Reverse Marketing: esempi, cos’è e come funziona
Il reverse marketing è una strategia che rovescia il tradizionale processo di marketing. Invece di cercare direttamente di convincere i consumatori a comprare un prodotto, si concentra sul portare i clienti a cercarlo. Con questa strategia il prodotto passa, in un certo senso, in secondo piano: i protagonisti sono i clienti e i valori aziendali da trasmettere, affinché si crei curiosità, fiducia e voglia di capirci di più.
In altre parole, non sei tu ad “inseguire” potenziali clienti, ma sono questi ultimi che, sentendosi in qualche modo attratti, incuriositi e stimolati dal tuo prodotto o servizio, diventano i "cacciatori".
Fondamentalmente, il reverse marketing fa promozione senza che lo sembri.
Come funziona?
Il reverse marketing mira soprattutto a questi risultati:
- Generare interesse e curiosità
- Generare il passaparola
Per attuarli si usano diversi approcci, per lo più basati sul trasmettere autenticità e valore, ed anche la creazione di un legame emotivo. Questo perché il reverse marketing agisce attraverso l'approfondimento del valore che il brand offre al consumatore. Si va a suscitare interesse senza l'uso di tecniche tradizionali, ma ispirando fiducia e valore, attraverso l'immagine e la reputazione aziendale.
In questo modo, i potenziali clienti non solo apprezzano i prodotti o servizi offerti, ma si identificano con i valori che l’azienda rappresenta traducendo il tutto in un legame più forte e duraturo, e semplificando il passaparola.
Ecco alcuni esempi di Reverse Marketing che hanno funzionato:
▶ Ichnusa
“Se deve finire così, non beveteci nemmeno”
Nel suo spot, Ichnusa mostra le sue bottiglie abbandonate per strada, nei parchi e in spiaggia. Dopodiché, la pubblicità si conclude con questa frase «se deve finire così, non beveteci nemmeno».
Con il suo spot ha voluto ricordare l’importanza di rispettare il pianeta, mettendo in secondo piano il proprio prodotto.
▶ Diesel
"Sii stupido"
Diesel ha lanciato la campagna "Be Stupid", in cui il messaggio principale era che essere "stupidi" fosse una cosa positiva. Invece di promuovere i propri jeans come il prodotto più alla moda, Diesel ha voluto abbracciare l'idea che "essere folli" fosse il modo migliore per distinguersi dalla massa.
La campagna ha voluto sfidare le convenzioni, proponendo una visione del mondo controcorrente; ha fatto in modo di creare un legame con il proprio pubblico ed essere più memorabile.
▶ Takis
"Non mangiare i Takis"
Nel 2018, Takis, brand messicano di patatine piccanti, ha lanciato una pubblicità progettata allo scopo di far conoscere i suoi prodotti anche in Canada (dato che lì erano ancora sconosciuti). La campagna presentava il prodotto con l'invito "Don't eat Takis" (“Non mangiare i Takis”), utilizzando la psicologia inversa per suscitare curiosità.
L’obiettivo era quello di attirare l’attenzione dei consumatori, spingendoli a chiedersi cosa fossero i Takis, e quindi a provarli. La campagna ha avuto un enorme successo, portando un aumento delle vendite del 244%!

▶ Clio MakeUp
“I prodotti che mi sono pentita di aver creato”
Clio MakeUp ha pubblicato un video sui suoi social in cui apparentemente critica i propri prodotti, dicendo di pentirsi di averli creati. Durante il video, sembra lamentarsi dei suoi prodotti, ma in realtà ne evidenzia simpaticamente i punti di forza.
Il video, con il suo tono polemico, ha attirato l’attenzione e la curiosità, diventando virale.
